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Ecco un posizionamento geografico degli interventi che intendo promuovere nel caso di elezione in Consoglio Provinciale.


Visualizza Proposte per Cernusco e Pioltello di Roberto Codazzi, candidato in provincia di Milano in una mappa di dimensioni maggiori

In questi giorni sto incontrando i rappresentati della Lista per Pioltello e del comitato di quartiere di Limito che mi stanno aiutando a farmi un'idea dei problemi legati a quella città. Su Cernusco, invece, sono decisamente preparato, per questo che ho deciso dedicargli un volantino apposta:

clicca sull'immagine per aprire il volantino

Prima ancora di dotare i palazzi ed edifici pubblici di pannelli fotovoltaici e solari c'è una cosa da fare con urgenza: mettere loro un cappotto termico!

Centoventi milioni di euro, questo il fabbisogno per abbattere in modo significativo gli sprechi e le emissioni di anidride carbonica dagli edifici di proprietà comunale. Per farlo occorrerebbe intervenire sugli involucri degli edifici, sistemando tetti, cappotti e serramenti, sostituire vecchie caldaie con impianti a condensazione e, solo alla fine, installare pannelli fotovoltaici.

Facciamo un esempio, a Pioltello più dei due terzi degli edifici sono antecedenti il 1980 e quindi ad ogni legislazione che ne regolasse il controllo dei consumi, questi palazzi disperdono nell'ambiente fin ad oltre il 60% del calore che dissipiamo dai caloriferi. Nessuno, in inverno, per stare al caldo continuerebbe a bere cioccolata restando in maglietta. Quindi bisogna investire per mettere ai palazzi il cappotto, a conti fatti, visto che si risparmia moltissimo in costi di riscaldamento, l'investimento si ripaga da solo ma la Provincia deve essere il motore del cambiamento aggiungendo incentivi locali a quelli statali. Meno calore necessario per riscaldasi, meno petrolio bruciato, meno gas bruciato, meno costi di riscaldamento e soprattutto meno emissioni nell'aria. Staremo più caldi e con i polmoni più puliti. (e lo stesso vale per il condizionamento in estate...)

ciao
sono un abitante di cernusco che forse ti voterà
padre famiglia 40 anni 2 figlie piccole con voglia di una Cernusco migliore
in realtà non vorrei votare alle provinciali perché sono un ente INUTILE CHE SPENDE SOLO SOLDI E NON FA NIENTE. inoltre tra 2 anni dovrà essere sciolto con la riforma....
vediamo se riesci a convincermi invece a andare a votare

Ecco la mia risposta
ciao,
non starò certo qui a difendere la provincia come istituzione, che effettivamente, con le dovute accortezze potrebbe essere abolita senza troppo intaccate il nostro sistema democratico. Il punto è, però, cosa ne facciamo di questa istituzione fintanto che c'è?

In questo momento la provincia è ancora titolare di alcune deleghe importanti: rifiuti, lavoro, formazione e gestione dei parchi.

Si posso scegliere due cose, lasciare che siano altri ad amministrare questi temi (per le elezioni non c'è quorum) oppure far sì che vengano gestiti al meglio, naturalmente essendo pronti a farsi da parte, se e quando le province verranno sciolte.

In questi anni la provincia, oltre alle manifestazioni di facciata, credo abbia avanzato qualche riforma importante come l'istituzione delle agenzie per la formazione, l'orientamento ed il lavoro che dovrebbero accorpare i vari centri di formazione e quelli per l'impiego. Un altra battaglia vinta è stata quella per la difesa dei confini del parco agricolo sud milano dalle mire espansionistiche della giunta meneghina e di segrate (per citarne alcune), oppure la decisione di non costruire ulteriori inceneritori.

Sicuramente non tutto quello che è stato fatto è stato positivo, però sono convinto, all'interno degli ambiti che citavo sopra, che, finchè esiste, è bene che la provincia funzioni al meglio e per la tutela del territorio come bene comune.

Un esempio di ciò a Cernusco è l'istituzione del parco delle cave che tutelerà a prescindere da chi amministrerà il comune in futuro tutta l'area a nord ovest della città dalle speculazioni edilizie.

Un grazie per avermi scritto,
sono sempre a disposizione.

Il sacchetto di plastica è tra i dodici rifiuti plastici che si trovano più comunemente dispersi nell'ambiente contribuisce nell'arrecare all'ambiente i gravi danni ed ha una durata media di vita di 12 minuti.

La produzione di plastica assorbe l' 8% della produzione mondiale di petrolio. Al ritmo di crescita attuale il mondo produce 200 milioni di tonnellate di plastica all'anno di cui solamente il 3% viene riciclato; in altre parole 97% della plastica prodotta a livello mondiale non viene riciclata.

Perché usare per pochi minuti un oggetto che può durare anche cento anni ?
Stiamo parlando del sacchetto di plastica che spesso ci viene dato “gratuitamente “ma per cui tutti paghiamo un caro prezzo!
- Costituisce un’inutile spreco di risorse energetiche non rinnovabili, deriva dal petrolio
- Deturpa e inquina per centinaia di anni ogni luogo del pianeta
- Per opera di agenti naturali e attraverso scarichi e corsi d’acqua raggiunge mari e oceani dove diventa un serial killer.

La scelta di ammazzare il sacchetto di plastica per il momento è lasciata alla coscienza ecologica e alle valutazioni di convenienza delle singole catene commerciali, e questo nonostante una direttiva europea che prevede la loro eliminazione entro il 2010. Una Provincia davvero verde deve eliminare il problema rifiuti dalla radice!

Durante questo mandato sono nate le Agenzie per la Formazione, l'Orientamento e il Lavoro in Provincia di Milano. Per i non addetti ai lavori si tratta di sette aziende speciali costituite per il 33% da capitale provinciale e per il rimanente 66% da capitale dei comuni coinvolti; il loro compito è gestire tutta la partita relativa all'orientamento al lavoro, la formazione professionale e i centri per l'impiego, in maniera tangenziale toccano anche il discorso inserimento lavorativo per le categorie protette. La costituzione di queste agenzie hanno da una parte portato ad una semplificazione data dall'aver accolto al loro interno tutti i vari enti e consorzi comunali, dall'altra dovrebbe portare un maggiore radicamento con il territorio. Ma le Agenzie sono uno strumento, non la soluzione al problema della formazione e del lavoro.

In questo momento si possono registrare alcune criticità:
- la necessità di un rilancio della “cultura tecnico, tecnologica, scientifica, professionale”;
- la necessità di considerare l’istruzione e la formazione risorse produttive, non subordinate ad altre politiche;
- la necessità di un rinnovamento della cultura e della pratica formative, ciò che può essere possibile attraverso il confronto, la sinergia, l’integrazione (parola chiave quest’ultima) tra culture ed esperienze formative diverse;
- la necessità di dar vita ad una coerente ed efficace programmazione territoriale dell’offerta di istruzione e formazione attenta alle necessità dei territori ed alle loro caratteristiche e capace di fare dell’istruzione e della formazione leve per lo sviluppo ai vari livelli dei territori.

Una possibile risposta potrebbero essere i poli formativi, luoghi, cioè, dove si incrociano pubblico e privato: attraverso il Polo formativo si cerca, da un lato, di dare continuità e spessore all’offerta di carattere tecnico/tecnologico/professionale, dall’altro, di prendersi carico, per così dire, di tutta la formazione necessaria in rapporto ai settori produttivi/professionali volta a volta individuati.

C’è, però, bisogno di una “regia”, di un “luogo” capace di una visione ampia dei problemi da affrontare, un “luogo” che possa fungere da riferimento per l’insieme del sistema di istruzione formazione. E questo luogo non può che essere interpretato dalla Provincia che non deve abdicare a favore delle Agenzie.

In particolare deve tenere alta la guardia su formazione professionale per i lavoratori atipici, miglioramento delle condizioni di accesso e permanenza delle donne nel mercato del lavoro, sostegno alle piccole e medie imprese nella loro attività iniziale, aggiornamento professionale degli operatori sociali, promozione di una rete per la diffusione e sensibilizzazione sull'ambiente e le scelte ecocompatibili.

Penso che persone come Roberto, attente alle piccole cose ma anche al mondo globale, sensibili su temi che non sono personali ma generali, che credono davvero che si può fare qualcosa, ce ne siano poche. Al di là di qualsiasi colore politico (e in questo caso, l'espressione è particolarmente azzeccata!), credo che soprattutto a livello locale, provinciale, regionale, siano le persone che contino, e che debbano essere valorizzate. Credo che di persone che fanno il loro lavoro con passione e impegno, e che si mettono in gioco non per insediarsi su una poltrona chissà dove, ma per dare una mano dove sono cresciuti, ne siano rimaste poche. E, che stiamo dal suo "lato" o no, dobbiamo riconoscere che il Kuda è una di queste. E che certi temi dovrebbero essere priorità di tutti indistintamente.
Grazie Rossana

Il manifesto presto in giro

Dopo un processo non facile, ecco, in anteprima, il manifesto che userò durante la campagna elettorale. Ho scelto di tenere piccola la foto per dare più spazio ai cinque punti programmatici su cui mi impegno. Guardando in giro mi sembra che sempre di più si chieda il voto in bianco, affidando tutto il messaggio ad un simbolo di partito o ad un viso affidabile. Io chiedo dei voti su 5 elementi precisi e su quelli chiederò di essere valutato.Grazie a chi mi ha seguito nell'elaborazione grafica

Non pongo molta fiducia nei partiti.
Specie se a guidarli e` una visione ideologizzata della politica, che fa dire l'opposto di quanto dice l'avversario "a prescindere" dalla positività o meno della proposta.
Credo che la complessità umana non si possa categorizzare in schieramenti politici, e che debba prevalere l'attenzione alla persona rispetto ad interessi "vari".
Penso altresì che ci siano valori dai quali non si deve prescindere e che tali valori debbano essere sostenuti con gli strumenti del dialogo e dell'ascolto anche delle ragioni degli altri.
Credo pero` nelle persone, che quasi sempre fanno la differenza.
E ci sono alcune persone che conosco e che si stanno spendendo per far si che la politica guardi più al bene comune che al bene proprio. E tra questi c'è Roberto Codazzi, Kuda, che si candida per le provinciali a sostegno di Filippo Penati.
Il mio augurio (ma è una certezza) è che Kuda possa essere alfiere di una promozione umana in politica così come lo è stato in questi anni, in Italia e nel mondo, nella vita reale e in quella "seconda" della rete.

Grazie, Loris!

In questo periodo esiste un'area che sembra non vivere la crisi e la contrazione dell'industria italiana: è il campo dedicato alla produzione dell'energia rinnovabile. La prima industria che dovrebbe essere sostenuta è quella che produca Negawatt, cioè quella che realizza prodotti in parte diversi e di sicuro più efficienti di quelli attuali: si va da elettrodomestici ad alta efficienza, architettura bioclimatica, motori elettrici industriali ad alto consumo, trasformazione di plastiche in idrocarburi, co-generazione distribuita da biomasse, celle a combustibile e idrogeno, energia dai rifiuti con soluzioni innovative.
Vi è poi il campo delle auto elettriche, il presente dell'auto elettrica è poca cosa, per lo più confinata alle flotte aziendali e alle auto ibride, che affiancano ad un motore elettrico quello a combustione interna. Le previsioni però indicano una quota di mercato del 20-25% entro i prossimi 5-10 anni. Sono necessarie politiche locali come la liberalizzazione dei parcheggi per questo tipo di vetture, Ci vogliono centraline di ricarica distribuite nel territorio (in sicurezza) e una rete elettrica all'altezza.
Infine il campo della produzione di energia, finora concertata soprattutto sul solare fotovoltaico e termico. In questo campo la ricerca di personale è alta, il settore, dopo la grande espansione conosciuta negli scorsi anni in Italia, punta ancora a crescere inserendo negli organici delle aziende – sia produttori, che installatori e distributori - ingegneri, ma non solo. Nei cantieri, infatti, si richiedono anche periti con esperienza nelle tecnologie fotovoltaiche. Nella produzione e nella ricerca di nuovi materiali sono ricercati anche chimici e fisici. Mentre per lo sviluppo della rete commerciale ci si rivolge anche ad agenti provenienti da altri settori, con le conoscenze della tecnologia che trasforma l'energia solare in energia elettrica. Il mercato ormai è partito e forse si può anche spostare parte degli incentivi su altre forme di produzione, forse meno appariscenti, ma altrettanto (se non di più) efficaci.
Un esempio, che mi ha segnalato Giorgio Radelli, sono i cascami termici industriali: Lo sfruttamento di sorgenti termiche a bassa e media temperatura, e in particolar modo quelle da combustione di biomasse e dal recupero di cascami termici da processi industriali, ha avuto un costante sviluppo negli ultimi decenni, con un interesse che è andato aumentando di pari passo con la mutata sensibilità verso le problematiche del risparmio energetico e della salvaguardia dell’ambiente. In pratica si tratta di trasformare le caldaie industriali esistenti in sistemi cogenerativi di energia.
Insomma il settore potrebbe essere il motore (ecologico) che porterà la nostra provincia fuori dalla crisi, ma bisogna crederci ed investire in modo organico e mirato, senza tralasciare la formazione, basti pensare che ad oggi l'unico corso universitario dedicato in modo specifico all'argomento è a Roma, all'università di Tor Vergata. Eppure sarebbe una specializzazione interessante anche per i giovani milanesi.